Valutazione rischi radon: che cos’è e perché farla
Avrai sicuramente sentito parlare del radon come gas che può comportare rischi per la salute, anche in ambienti di lavoro.
Ma conosci tutti i rischi legati a questa sostanza e come effettuare una valutazione di questi ultimi?
In questo articolo ti spieghiamo cos’è la valutazione dei rischi legati al radon e come effettuarla.
Per questo approfondimento ci hanno aiutato i consulenti di Gruppo Res studio specializzato in consulenza per la sicurezza sul lavoro a Monza.
Cos’è il radon
Il misterioso radon, derivante dal decadimento naturale dell’uranio presente in varie rocce come granito, porfido e tufo, è un gas radioattivo. Appartenente alla famiglia dei gas nobili, è insapore e inodore, rendendo difficile la sua rilevazione senza l’uso di strumenti specifici.
Il radon può perciò insinuarsi negli ambienti di lavoro attraverso crepe e fessure provenienti dal terreno o addirittura dai materiali da costruzione. È per questo motivo che i locali a piano terra o interrati sono i più suscettibili alla presenza di questa pericolosa sostanza. Inoltre, le condizioni di pressione interna dei locali possono favorirne l’ingresso, creando zone di bassa pressione a causa delle variazioni di temperatura e della movimentazione dell’aria.
Il rischio nascosto del radon e la sua valutazione
Il rischio radon riguarda la concentrazione di questo gas radioattivo negli ambienti di lavoro, la quale richiede un’attenta valutazione. Nonostante sia un pericolo poco percepibile, il radon, presente naturalmente nel terreno, può avere effetti negativi significativi sull’organismo umano.
Ecco perché possiamo parlare di un vero e proprio nemico invisibile.
Gli effetti sulla salute sono importanti: può danneggiare i tessuti polmonari quando inalati, continuando a emettere radiazioni alfa. Queste radiazioni possono interagire con le cellule e avere un impatto negativo sul DNA, aumentando così il rischio di sviluppare un processo cancerogeno. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il radon rappresenta la seconda causa principale di cancro ai polmoni, subito dopo il fumo di sigaretta.
Come valutare il pericolo: misurazione e normative
La valutazione del rischio radon è regolamentata dal D.Lgs 101/2020, che recepisce la direttiva 2013/59/Euratom sulla protezione dalle radiazioni ionizzanti.
La concentrazione di radon viene misurata in Bq/m³ (Becquerel al metro cubo), che rappresenta il numero di decadimenti che avvengono in un materiale radioattivo in un secondo, in un metro cubo di aria. La misurazione della concentrazione di radon viene effettuata con un dosimetro, uno strumento comune per rilevare il livello di radiazioni.
Il materiale del dosimetro subisce una modifica molecolare permanente a causa dell’esposizione alle radiazioni, permettendo così la misurazione della concentrazione nel tempo. Solitamente, la valutazione viene effettuata per un intero anno per ridurre l’effetto delle fluttuazioni naturali della concentrazione del radon negli ambienti. Secondo il D.Lgs 101/2020, la concentrazione media annuale di radon nei luoghi di lavoro non deve superare i 300 Bq/m³.
Periodicità e interventi correttivi
Per stare sicuri occorre che la valutazione del rischio radon venga effettuata entro 24 mesi dall’inizio dell’attività lavorativa, dall’identificazione delle aree a rischio o dalle specifiche tipologie indicate nel Piano Nazionale d’Azione del radon. Successivamente, deve essere ripetuta:
- Ogni volta che si effettuano interventi strutturali a livello di isolamento termico o di attacco a terra.
- Ogni 8 anni se il valore di concentrazione è inferiore a 300 Bq/m³.
Se la concentrazione supera tale valore, è obbligatorio adottare misure correttive per ridurre la presenza di radon entro due anni. L’efficacia di tali misure viene valutata nuovamente alla fine del periodo:
- Se il risultato è positivo, con una riduzione della concentrazione al di sotto della soglia indicata, le misurazioni devono essere ripetute ogni 4 anni.
- In caso di esito negativo, è necessario valutare le dosi efficaci annuali tramite un esperto di radioprotezione che fornirà una relazione apposita.
In quali luoghi di lavoro effettuare la valutazione
La valutazione del rischio radon deve essere inclusa nel Documento di Valutazione dei Rischi per i seguenti contesti:
- Luoghi di lavoro sotterranei.
- Luoghi di lavoro ubicati in locali semi-sotterranei o al piano terra.
- Luoghi di lavoro identificati nel Piano Nazionale d’Azione del radon.
- Stabilimenti termali.
È chiaro quindi che con una valutazione accurata del rischio radon, è possibile proteggere i lavoratori da questo pericolo invisibile e preservare la sicurezza sul lavoro.